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La schiena ti parla- Cosa dice la dorsalgia

Intanto forse dovremmo capire cosa significa dorsalgia.

Non è un problema comune tanto quanto la lombalgia o la cervicalgia, ma vale comunque la pena capirne qualcosa in più e soprattutto indagare quali messaggi questa parte del corpo ci invia.

Per dorsalgia si intende quindi, molto genericamente, una condizione dolorosa che interessa la zona dorsale del corpo, ovvero quella parte della colonna le cui vertebre sono struttura portante della gabbia toracica. Ad ognuna di queste vertebre, infatti si associa una coppia di costole.

Il dolore solitamente si avverte tra le scapole o nel tratto leggermente inferiore, fino al punto in cui la schiena compie una inversione della sua curva fisiologica (e inizia il tratto lombare).

La gabbia toracica svolge un ruolo di protezione per organi essenziali alla vita (cuore e polmoni) e questo ci suggerisce un legame con qualcosa di profondo connesso ad un ambito vitale per noi: la dimensione del cuore e del coinvolgimento affettivo.

Osserviamo la dorsalgia, come abbiamo fatto con la cervicalgia, attraverso 3 livelli di interesse:

PUNTO DI VITA FISICO- STRUTTURALE

A questo livello dobbiamo considerare sia le possibili problematiche viscerali, a carico cioè degli organi interni, sia quelle dell’apparato scheletrico. Qualora ci fossero dei dubbi sul coinvolgimento di organi vitali come cuore, polmoni, stomaco, fegato eccetera è raccomandabile rivolgersi al proprio medico, questo è chiaro.

Per quanto riguarda la struttura fisica è utile invece rivolgersi al proprio fisioterapista ma è anche importante fare dell’auto osservazione per poter individuare le possibili cause. Come abbiamo visto nel precedente articolo di questa serie esse possono essere traumatiche, posturali o da alterata consapevolezza corporea ed essendo, sostanzialmente, i medesimi ambiti invito ad approfondire attraverso l’articolo citato.

LA DORSALGIA DAL PUNTO DI VITA SOMATO-EMOTIVO

Ecco quindi alcune riflessioni inerenti il secondo livello di osservazione

  • CARICHI PESANTI

Il dorso porta lo zaino dei nostri impegni e delle nostre responsabilità. E quando i carchi sono troppi e troppo pesanti la schiena soffre. Di quali carichi stiamo parlando? Sia di quelli logistici (impegni, orari frenetici, scadenze), sia di quelli fisici (zaini scolastici nel caso dei ragazzini) ma soprattutto di quelli emotivi. Quando ci prendiamo carico dell’emotività degli altri perché ci dispiace che le persone vicino a noi soffrano, stiamo creando un doppio danno. Carichiamo noi stessi con ciò che non ci appartiene e impediamo alla persona che vogliamo aiutare di vincere le proprie sfide e attraversare quelle paludi di dolore a cui tutti siamo chiamati nella nostra vita e che sono funzionali alla nostra crescita ed evoluzione. Non è un discorso da prendere con il cinismo di chi guarda gli altri stare male e se ne frega, è piuttosto un invito a sostenere l’altro nel suo momento di sofferenza senza sostituirsi al suo dolore o senza voler risolvere i problemi al posto suo, che sia un amico, un genitore, un figlio, il partner o qualsiasi persona a cui diremmo di “poter dare anche l’anima“.

  • POCA AUTOSTIMA

Una struttura importante nel nostro corpo che va a completare il contenimento della gabbia toracica è il diaframma. Questo muscolo, a forma di cupola, regola la nostra respirazione, permettendo l’espansione e la contrazione polmonare, oltre ad intervenire nei processi digestivi, circolatori, linfatici e posturali. Ed è proprio quest’ultimo aspetto, quello posturale, ad essere strettamente legato all’autostima. Il nostro modo di atteggiare il tronco e la schiena, l’apertura del torace e delle spalle, la loro rigidità e debolezza sono espressione della percezione soggettiva del valore personale. Una postura chiusa, con dorso curvo può essere indice di una svalutazione profonda del proprio sé, così come un’armatura rigida può esprimere un bisogno di creare separazione tra l’immagine esterna di sé e il proprio sentire.

  • TIMORE DELLA VITA

Questo elemento è associato al precedente in quanto non avendo chiara consapevolezza del proprio valore come esseri umani, del proprio diritto di, semplicemente e integralmente ESSERE, produce una costante paura di essere sbagliati, di non andare bene per il mondo e per questa vita e di essere continuamente sottoposti al giudizio di qualcuno. La chiusura si trasforma in paura di vivere e di esprimere la propria Luce rischiando di vivere una vita dentro un guscio senza mai riuscire a liberarsi e prendere il volo.

  • PAURA DI AMARE

Non si può non considerare il fatto che siamo nella zona in cui il cuore è grande protagonista. Dolori al petto, tensioni alla muscolatura anteriore sternale e clavicolare, persino alcune forme di cardiopatia sono espressione della difficoltà di aprire se stessi alla vita e al prossimo. Anche quando apparentemente siamo aperti al donare, ma ciò che sappiamo donare è soltanto tempo o denaro, ma non noi stessi con profonda generosità e apertura, possiamo somatizzare con un senso di costrizione al petto. Donare se sessi significa prima di tutto amarsi e questo crea il coraggio di riversare l’amore per sè anche sugli altri. Chi dice di non donarsi per paura di soffrire in realtà non ama abbastanza se stesso e manca di fiducia nella forza del proprio cuore. Donare non è mai fonte di sofferenza, sono i nostri programmi emotivi che ci portano a soffrire “In nome dell’amore”.

  • DOLORE EMOTIVO, LUTTO, PERDITA.

Rimaniamo nello stesso ambito e ricordiamo che un tempo si parlava di  “crepacuore”. Perché di fatto il dolore affettivo profondo si ripercuote sul corpo come un macigno che pesa dentro e tira gravitazionalmente verso terra. Ogni dolore richiede tempo, pazienza e Amore per essere elaborato e quanto più a lungo viene trattenuto tanto più saranno i segni sul corpo fisico. Ma qui, come possiamo ben capire, entriamo in una sfera delicata ed esistono dei professionisti preparati a cui potersi rivolgere.

IL DORSO VISTO DAL PUNTO DI VISTA VIBRAZIONALE

Questa zona del corpo entra nel controllo del terzo e quarto chakra, identificati rispettivamente con i colori giallo e verde.

Il giallo, colore del sole, della positività e della Luce, interessa tutto il piano legato all’autostima e alla consapevolezza del proprio valore personale. In questo piano di osservazione ci troviamo a doverci confrontare con il nostro Ego, il quale, se è pure vero che ci ha portati fin qui e ci ha “aiutati” ad affrontare come potevamo le sfide della nostra vita, spesso e volentieri ci ostacola. Esso ama infatti utilizzare gli schemi di pensiero ripetitivi che vivono nella nostra mente per convincerci delle sue ragioni, per giustificare le nostre azioni e le nostre decisioni e anche, spesso e volentieri, per rimproverarci o condannarci per i nostri presunti errori. È importante comprendere da dove viene questo Ego che pare essere una entità vivente di per sé (parlerò di questo in un futuro articolo) e soprattutto riuscire a creare una disidentificazione, cioè ricordare che esso è effettivamente una entità pre-programmata che vive in noi e che possiamo osservare con distacco. 

Se vuoi approfondire l’argomento e scoprire un buon esercizio di correzione posturale in associazione al colore giallo vai a vedere questo video.

Il verde si associa invece al mondo della natura e alla pace che essa infonde in noi quando ci apriamo a respirarla e viverla pienamente. Per questa ragione ci può aiutare a trovare pace e amore quando questi sono gli elementi che mancano dentro di noi, quando sentiamo il cuore freddo e percepiamo il bisogno di essere circondati d’amore e accoglienza. Possiamo iniziare rivolgendo a noi stessi parole d’amore, a guardarci allo specchio  con dolcezza, a confortarci quando sentiamo di aver commesso qualche errore, insomma a trattarci come fossimo nostro figlio, il nostro partner o una persona del cuore.

Dobbiamo essere nel cuore di noi stessi, non pretendere di stare in quello di qualcun altro, solo così saremo in grado di creare spazio anche per gli altri e di donarci senza perdere la presenza nel nostro centro.

Nella mia guida 7 colori per 7 personalità ti racconto i colori dal mio punto di vista. Puoi scaricarla insieme ad altri contenuti interessanti andando qui.

Mentre se vuoi conoscere il mio percorso di crescita interiore attraverso il corpo e l’utilizzo del colore nel quotidiano vai a Colora la tua vita

Nel prossimo articolo parleremo delle lombalgie.


Puoi cercare in tutto l’universo qualcuno che sia meritevole del tuo amore e del tuo affetto più di te stesso e non lo troverai in alcun luogo. Tu stesso, come chiunque altro nell’intero universo, meriti il tuo amore ed il tuo affetto.
(Buddha)

Lucia Primo
Lucia Primo
Sono una fisioterapista per il corpo e l'anima. Ti accompagno alla consapevolezza del tuo corpo attraverso l'ascolto la meditazione e il meraviglioso mondo del colore.

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