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I meccanismi del dolore

i meccanismi del dolore

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Un approccio colorato nella relazione corpo- mente- emozioni ai meccanismi del dolore cronico

Cos’è il dolore?

In fisioterapia è uno di quegli elementi che non manca mai. Diciamo che il nostro lavoro ruota intorno a meccanismi fisici riabilitativi che comprendono le dinamiche del dolore.

In questo approfondimento voglio portare l’attenzione su un tipo di dolore, che non è quello conseguente ad una caduta accidentale o allo schiacciamento di un dito nella fessura della porta.

Questo, infatti, è il dolore acuto, perché compare in maniera decisa subito dopo un evento traumatico e poi scompare una volta che le strutture del corpo sono guarite.

Voglio invece soffermarmi sul tema del dolore cronico, ovvero la situazione in cui un sintomo perdura nel tempo, anche in assenza di cause scatenanti. Oppure quando ricorre periodicamente, limitando le nostre attività quotidiane. E poi  quando ci porta a creare degli schemi di movimento evitanti, a muoverci, cioè, in modo tale da non sentire dolore.

Il tema del dolore cronico non coinvolge solamente il nostro corpo fisico ed è per questo che, vedremo proseguendo con il ragionamento, un percorso di consapevolezza con il colore ci può aiutare ad affrontare il dolore in modo diverso.

Più colore e meno dolore, potremmo dire!

Cos’è il dolore, quindi?

Per chiarire questo concetto dobbiamo fare un passo indietro e chiederci: esiste un centro del dolore?

Sappiamo che nel nostro cervello esiste il centro del linguaggio, quello della vista e quello dell’udito, alcuni centri deputati al controllo dell’equilibrio, centri della memoria, centri motori e molti altri.

Ma non esiste un centro del dolore.

Non esiste una area del cervello destinata a raccogliere gli impulsi dalla periferia del corpo e tradurli con la sensazione dolorosa.

Dove si genera quindi la sensazione del dolore?

Qual è quella zona del nostro cervello che invia la sensazione dolorosa? 

La risposta è: non c’è.

I ricercatori non sono stati in grado di indentificare un centro del dolore nel nostro cervello, semplicemente perché questo centro non esiste.

Esiste qualcosa che lavora al posto suo però.

Questo ruolo, ovvero tradurre le percezioni in sensazione di dolore, è ricoperto da una serie di centri che lavorano in associazione, formando quella che viene definita neuromatrice del dolore. Il dolore quindi non è identificato da un unico centro che si attiva in relazione  a quanto è grave il danno fisico, ma dall’interazione di una serie di centri che si scambiano informazioni e decidono se quella parte del corpo deve fare male oppure no.

Proprio così!

Non è il tuo danno fisico a decidere se sentirai male o meno, ma il tuo cervello!

Questo spiega perché alcune persone soffrono di mal di schiena anche senza danni o patologie a carico della schiena stessa (da qui il peregrinare infinito da uno specialista all’altro in cerca della causa scatenante). Al contrario, esistono individui con situazioni disastrose a livello diagnostico ma con sintomi lievi o, addirittura, inesistenti.

Quali sono queste strutture che insieme compongono la neuromatrice del dolore?

Ti ripeto il concetto, perché mi rendo conto che non è così semplice: il dolore cronico non origina in conseguenza diretta di un danno nel corpo, ma è il risultato di una serie di valutazioni fatte da diverse aree del cervello, che formano quella che viene definita neuromatrice del dolore.

Prova a pensarci: se devi affrontare una situazione importante come un esame, o devi andare in scena a teatro o devi disputare una gara, l’adrenalina e l’eccitazione che provi possono mettere in secondo piano il tuo dolore alla schiena o al piede. Solo successivamente, quando il tuo cervello non sarà più impegnato in altre priorità, il dolore si farà sentire. Non è strano?

Se il dolore fosse dipendente dal tipo di danno lo sentiresti sempre nello stesso modo.

Cerchiamo quindi di capire di più su questa neuromatrice responsabile dei meccanismi del dolore.

i meccanismi del dolore

E’ costituita da una ampia rete di neuroni cerebrali disposti tra il talamo e la corteccia e la corteccia a e il sistema limbico.

Il talamo è sostanzialmente un centro di rielaborazione di stimoli sensoriali e motori. Qui gli stimoli vengono confrontati e associati per darci una visione di quello che sta accadendo.

La corteccia cerebrale è invece il luogo in cui avvengono i processi mentali coscienti, ovvero la consapevolezza se un tipo di superfice è liscia o ruvida, la sensazione di caldo e freddo o la percezione di quello che sta facendo il nostro corpo mentre stiamo compiendo un movimento specifico (se mentre leggi questo articolo porti consapevolezza alla posizione delle tue gambe e inizi a muovere volontariamente un piede, stai attivando i processi cognitivi e attentivi della tua corteccia cerebrale).

Il sistema limbico comprende tutto ciò che riguarda le nostre emozioni, quindi l’emozione che associamo al dolore, i nostri ricordi rispetto alle situazioni di dolore già vissute, la paure del dolore e delle sue conseguenze.

Tutto questo è ovviamente calato nel conteso ambientale, il quale condiziona le nostre emozioni, le nostre sensazioni e il nostro modo di reagire ad uno stimolo doloroso.

Spiegazione scientifica a parte, ciò che deve rimanere impresso nella tua mente è questo:

Il dolore non dipende dalla lesione nel tuo corpo.

Il dolore è il risultato di un dialogo che avviene nel tuo cervello tra percezioni motorie e sensoriali, emozioni, contesto ambientale, credenze e ricordi.

L’approccio migliore nella consapevolezza del dolore risulta quindi essere quello che prende in esame il substrato biologico, le componenti emotive, le credenze personali e il contesto ambientale nella comprensione e nell’approccio al dolore.

E non è esattamente ciò che facciamo utilizzando i Colori come strumento di consapevolezza persoale?

Ti lascio riflettere su questo aspetto e nel prossimo articolo parleremo di un altro importante elemento che condiziona la tua percezione del dolore: la sensibilizzazione al dolore.

Lucia Primo
Lucia Primo
Sono una fisioterapista per il corpo e l'anima. Ti accompagno alla consapevolezza del tuo corpo attraverso l'ascolto la meditazione e il meraviglioso mondo del colore.

2 Comments

  1. Cristina ha detto:

    Grazie mille molto interessante e molto semplice da capire anche x chi ,come me, non appartiene al settore tecnico …però purtroppo incontra dolori nella sua vita che non riesce a spiegare e curare.

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